Siamo stati abituati da una tradizione antica ad immaginarci nell’essenza coscienza o spirito. In realtà, la nostra è una mente incarnata che si tende carnalmente al mondo.
Attraverso il corpo, e solo attraverso di esso, siamo coinvolti in un processo infinito di percezione, relazione, conoscenza e cambiamento.
Se, come afferma la teoria della Gestalt, il sé è la funzione con cui l’organismo contatta il mondo, in tutti i suoi aspetti (Io: l’azione, Es: la percezione, Personalità: l’apprendimento) il sé è fondamentalmente corporeo.
La percezione visiva ed acustica è esperita soggettivamente da una prospettiva radiale il cui centro è il corpo stesso.
La capacità di distinguerci dall’ambiente nasce nella vista e nell’udito dalla posizione (del corpo) nel campo, e nel tatto dalla singola o doppia sensazione (corporea).
Ogni contenuto di coscienza (sia esso percezione, emozione, fantasia, pensiero o ricordo) trae origine dalla relazione – corporea , spaziale e temporale – con il mondo della vita, ed ognuno di essi (anche quelli più astratti) è accompagnato immancabilmente da sensazioni evidenti o sottili che, se ascoltate, evolvono in emozione e azione.
L’emozione, che accompagna o segue le sensazioni, ci dà la comprensione immediata della situazione presente, specificamente del suo valore in termini di bene e di male (fisicamente corrispondenti al piacere ed al dolore), e indicazioni viscerali sul come pragmaticamente e fisicamente agire.
Il bene ed il male, l’etica stessa, conseguono in ultimo dall’estetica, dai sensi, dal corpo.
Il corpo è lo strumento della consapevolezza, della scelta e dell’azione.
In ogni interazione, le risonanze corporee danno la conferma della realtà e della qualità del contatto (incontro) o della distanza, del tipo e del calore della relazione, delle sue intenzionalità superficiali e nascoste, della verità o della inautenticità.
Attraverso la congruenza tra verbale e non verbale può essere costruito il fondamentale rapporto di fiducia che è alla base dell’influenza e della crescita.
Attraverso il corpo, la madre porta il bambino al mondo e il mondo al bambino.
Il loro diretto interagire, il contatto fisico, le espressioni pre-verbali, la reciproca vibrazione emozionale, il sintonizzarsi del respiro, le interazioni giocose costruiscono le basi della autoregolazione emotiva, la gestione dell’ansia, i colori fondamentali del mondo dell’infanzia che si proietta all’età adulta, il senso dell’identità, l’acquisizione progressiva di competenze.
L’interazione corporea (intercorporeità) di reciproca influenza e trasformazione, continua per tutta la vita, con le persone significative, in primis la famiglia, ma anche l’amicizia, il lavoro, e le relazioni di sostegno (coaching, counseling, psicoterapia).
Ogni parte del corpo ha un intrinseco significato funzionale e simbolico, oggettivo e soggettivo insieme, e ha un messaggio, proprie cose da dire (le mani danno e prendono, la gola fa spazio o meno al messaggio, il cuore batte il ritmo della vita, lo stomaco ci dice ciò che è buono o buono non è, la postura è la scultura rivolta al mondo, ecc…).
Dal corpo emerge l’implicito e il senso del tempo, i segni del passato, le sfumature del presente, il profilarsi del futuro. Nel qui ed ora del corpo possiamo contemporaneamente vedere l’intenzione di calma ed armonia e la tensione che sfugge al controllo, l’espressione che esprime la paura (ad esempio negli occhi) o il gesto che fa trapelare il desiderio (ad esempio il porgersi in avanti).
Il corpo racconta la storia (postura, rughe, gestualità …), è il libro illustrato delle passate esperienze ed interazioni, è un messaggio, a noi stessi ed al mondo, dell’idea che ne abbiamo e dell’identità conseguita nel tempo.
Nel corpo, nel gesto interrotto e nell’impulso nascente, leggiamo il futuro, l’intenzionalità, ciò di cui abbiamo bisogno (ma che non osiamo chiedere), e ciò che vogliamo diventare.